La processione del Venerdì Santo
La processione del Venerdì santo di Procida è una tradizione antichissima, risalente alla fine del Seicento. Nella processione, organizzata dalla "Confraternita dei Turchini" (fondata nel 1629 dai Gesuiti) i giovani, vestiti della classica "veste" di "confratello", portano a braccia dei carri allegorici (detti "misteri") di carattere religioso per un percorso
fisso, dal borgo più antico di Terra Murata fino al porto della Marina Grande.
Al suono di una tromba e alla risposta di tre colpi di tamburo inizia la
processione dei "Misteri". Si tratta di "tavole rappresentative" che raffigurano
momenti della vita e della morte di Gesù Cristo, alla cui progettazione e
preparazione partecipano tutti i cittadini. Il movimento corale di un'intera
isola culmina nella suggestiva fiaccolata che accompagna la statua del Cristo morto.
Il Cristo Morto che sfila nella processione del Venerdì Santo rappresenta l’anima stessa di Procida, la quintessenza del dolore intimo e personale dell’uomo. Queste membra abbandonate e sanguinanti sono venerate da molti. Non c’è superstizione, solo una grande fede che spinge chiunque gli sia innanzi nella Chiesa di San Tommaso d’Aquino (via Marcello Scotti), dove ha sede la Congrega dei Turchini ed è esposto durante tutto l’anno.
«E' un'emozione profonda che fa vibrare tutte le anime e invita coloro che
assistono al corteo sacro a incontrarlo con una maggiore intimità qui»,
conferma l'Ex Priore Gabriele Scotto Di Perta. «Qualcuno per riconoscenza gli
ha donato degli oggetti in oro, ma sono tanti i momenti di riflessione interiore
che toccano anche chi non crede, che non può fare a meno di piegarsi con
commozione a questo grande sacrificio». Se chiedete a un procidano chi sia
l’autore della statua vi risponderà “un carcerato che soffriva nel carcere di
Terra Murata”, ma si tratta di una credenza, anche se raccoglie valenze più intrinseche, infatti circa un secolo separa l’edificazione del Palazzo D’Avalos (1830), dalla realizzazione dell’opera, come indica il basamento “Neapoli 1728 Carminus Lantriceni sculptor”. La scultura lignea del Cristo Morto, che in processione viene trasportata in spalla da 8 persone che si alternano in turni da 8, è stata realizzata da Carmine Lantriceni e fu commissionata probabilmente proprio dai Turchini. Per capire la devozione che esplode durante la Processione del Venerdì Santo, in un momento che unisce folclore e religione, bisogna
andare indietro nel tempo, al 1588, alla nascita, per volere dei Gesuiti,
della Confraternita dei Turchini, che oltre a promuovere il culto mariano dell'Immacolata Concezione, hanno da sempre una grande attenzione alla Passione e al Cristo Morto.
Oltre ai carri dei Misteri, le statue lignee del Cristo Morto e dell’ Addolorata , il pallio funebre, e poi tutte le autorità più illustri della vita civile politica religiosa e
militare dell’isola di Procida, fino ai comuni cittadini; alle spalle dell’Addolorata poi c’è il corteo degli Angioletti, bambini vestiti di oro e di nero, di circa due anni d’età. La processione ha un percorso standard: da Terra Murata finisce in piazza Marina Grande; le statue sono ricondotte nell'Abbazia , dove nel pomeriggio viene celebrata la messa de l’Agonia.


